martedì 19 gennaio 2010

La memoria corta.

Tra le tante piaghe che affliggono l'Italia, una (mi) è particolarmente fastidiosa.
Più ancora dell'Etna, della siccità e del traffico!
Un male che è insito nei cromosomi italiani, dai tempi dei tempi.
Noi italiani, abbiamo la memoria corta. Troppo corta.
Bastano un paio di generazioni, se non un paio di anni, e tutto passa nel dimenticatoio.
Abbiamo già scordato le umiliazioni che hanno dovuto subire i nostri nonni, emigrati in America, o in Francia, o in Germania.
Vivevano nelle stesse identiche condizioni in cui noi, oggi, riduciamo gli immigrati.
Tra di loro c'erano onesti lavoratori, forse la maggior parte di loro, ma c'erano anche criminali spaventosi.
Venivamo sfruttati e mal pagati ma oggi non riusciamo a rivederci negli occhi degli schiavi del XXI secolo.
La mafia, negli USA, l'abbiamo portata noi, non è nata spontaneamente.
E' bastato che calasse il sipario sulla II Guerra Mondiale, che già era sceso l'oblio sulle vigliaccherie del fascismo e le atrocità del nazismo.
Il comignolo di Auschwitz era ancora caldo, che già erano nati i neo antisemiti.
Le scorte di olio di ricino non erano ancora scadute, che già avevamo riabilitato gli ex fascisti, tanto da nominarli anche ministri della Repubblica!
Bossi doveva ancora finire di pulisri il culo col tricolore, che già lo aspettavano per il giuramento da Ministro delle Riforme!
Ci stavamo ancora domandando perchè mai D'Alema avesse fatto fuori Prodi, che già gli chiedevamo consigli su dove dovesse andare il PD.
Stavamo ancora festeggiando la fine del latrocinio della II Repubblica, che già i protagonisti di ieri erano diventato fari della politica di oggi.
Ma la memoria è importante. Fondamentale. Serve per non incappare negli errori già fatti. La memoria di ciò che è stato, ci aiuta a capire come può andare. La memoria di ieri, ci fa capire che il domani non è ancora scritto, e che possiamo modificarlo, prima ancora che avvenga.
Perciò è importante ricordarsi, ricordare alle nuove generazioni, che Craxi era l'emblema (di certo non l'unico!) di una classe politca corrotta e senza scrupoli.
Perciò bisogna pesare le parole, prima di pronunciarle.
Perchè Craxi non è morto in esilio, ma è morto da codardo, da vigliacco.
Craxi non è stato esiliato, Craxi s'è dato latitante!
Craxi non è un politico da ammirare, ma un esempio da additare per spiegare ai politici di domani come 'non' ci si deve comportare.
Perciò le parole del Presidente Napolitano mi hanno fatto male, perciò la commeorazione di oggi, al Senato, la trovo assolutamente fuoriluogo.
Perchè Craxi, nel decennale della morte, non va ricordato come uno statista, ma come quel ladro farabutto e vigliacco che era.
Perchè Craxi, nel giorno dell'anniversario della sua morte, va ricordato così...







http://marcomedaglia.blogspot.com/2010/01/la-memoria-corta.html

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