venerdì 28 settembre 2007

Libero, libero come un uomo

Stamattina mi sono svegliato con in testa questa canzone di Gaber.
Libertà non è osservare da lontano, non è stare immobili, non è il proprio orticello, la libertà, la vera libertà, è prendere in mano la propria vita, renderla viva e utile, per se stessi e per gli altri.

La libertà, è partecipazione.

La libertà che il popolo birmano non ha più da ormai 40 anni, nell'assoluta indifferenza degli esportatori di democrazia che, forse, a differenza che in altre occasioni, preferiscono lo status quo. Probabilmente non avrei il coraggio che hanno dimostrato i monaci buddisti e le migliaia di cittadini birmani di manifestare, pacificamente e senza il minimo accenno di violenza (nonostante la completa esasperazione per anni di sofferenze), contro una dittatura che ha ridotto la Birmania (dalla dittatura ribattezzata Myanmar) alla fame, sfidando la vigliaccheria e la cattiveria di soldati che non hanno esitato a sparare tra la folla, uccidendo chissà quante persone.
Con questo post, vorrei partecipare alla catena di solidarietà nei confronti del popolo birmano, solidarietà che dal web si sposterà anche nelle strade, con un sit-in organizzato da Amnesty davanti l'ambasciata birmana.

Ma la libertà, in modi e forme diverse, ma proprio per questo ancora più subdole, è minacciata anche vicino a casa nostra, oggi ancora più vicino a casa mia.
La libertà di un PM di compiere il proprio mestiere e tentare di compierlo al meglio (sarà questa, la colpa?), la libertà di compiere indagini senza doversi preoccupare se l'indagine toccherà uomini politici.
Se fossi giù in Calabria, oggi di sicuro parteciperei la mia solidarietà al PM De Magistris, manifesterei perchè non gli sia negata la libertà di lavorare, magari anche di sbagliare.


Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l'uomo convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.

Non smettiamo mai, nemmeno per un attimo, di pensare.

lunedì 24 settembre 2007

Il capisaldo

"Buonasera e benvenuti a Guidonia [...] e ringraziamo quindi il sindaco di Guidonia [omissis] per questa prima scelta e diamo il benvenuto ad un capisaldo della nostra cultura cantautorale italiana....DANIELE SILVESTRI!"
Esordisce così, con oltre mezz'ora (canonica) di ritardo, il "presentatore" del concerto, avvisando(ci) pure di non andare via dopo la fine del concerto, chè il cantautoredanielesilvestri riceverà, nientepopòdimenoche, dalle mani del sindaco di Guidonia (che durante il concerto credo di scorgere a lato palco, accompagnato da una procace indigena in abito da sera) un premio per un non meglio specificato merito.
Inutile dire che, da quel momento in poi, Daniele è stato apostrofato "...a capisardo!".
Grazie alla complicità di Vica, mi aggrappo alla transenna e nel frattempo l'immensa piazza va riempiendosi.
Arriva Daniele, si comincia, come al solito, con Marzo 3039.
Sul palco dovrebbe arrivare un ospite, per l'ennesima volta mi era arrivata voce di una A me ricordi il mare fatta in due, Daniele preannuncia una sorpresa, un ospite....sarà il Bove?
Niente affatto, e il set da percussionista già allestito ci fa capire che l'amico ritrovato è il grande Ramòn, finalmente libero dalle grinfie della Bandabardò, che se l'è tenuto in tour per ben cinque anni!
Che bello rivederlo sul palco, che bello risentire la tromba e che bello vedere Daniele che,seduto al piano, alza lo sguardo sorridente ogni qual volta Ramòn ci soffia dentro.
E' proprio vero, la musica è l'unico linguaggio universale.
Il concerto è sempre lo stesso, Daniele, all'inizio, mi sembra un pò corrucciato, quasi come l'avvocato di Che bella faccia.
Ma è solo una mia impressione, o forse man mano che la piazza si riempie e che il calore del pubblico arriva fino ai musicisti, Daniele si scioglie, e ritorna quello di sempre.
Una fantomatica "direzione" ha deciso che le prime file non possono fare foto, perciò, dopo pochi scatti, ripongo la mia Nikon e mi godo lo spettacolo immortalandolo nella mia memoria (che non arriva ad 1GB, ma contiene abbastanza roba).
Da un concerto all'altro, ho la capacità di scordare i pezzi in scaletta, e così mi sembra che Manifesto a Perugia non ci fosse, ma a Guidonia c'è.
C'è, ovviamente, la nuova, spassosissima, versione de Il flamenco della doccia (con tanto di testo dimenticato e suggerito da Maurizio) con rima baciata adattata a Cristicchi e c'è anche una versione "sperimentale" de La paranza, che, anche se continua a non convincermi affatto, non può non coinvolgermi ritmicamente.
Tra una pausa e l'altra, un gruppetto continua a chiamarlo "capisaldo", ma Daniele non raccoglie, o non sente, raccoglie invece il commento di qualcuno, in lontananza, che gli chiede che colore abbia la quiete, "E' che sò daltonico, e ancora non l'ho capito", risponde Daniele.
Senza la responsabilità della macchina fotografica, mi godo ancora di più quei pezzi che, in questi anni, ho sempre bistrattato e che per questo, ho sempre ascoltato distrattamente, canzoni che, nell'arrangiamenteo di questo tour, ho imprato a capire, ad ascoltare, ad amare: Aria, L'autostrada, La bomba e l'ultima Mi persi.
Poesia, allo stato puro.
Si avvicina la fine del concerto, e il pubblico comincia con la consueta richiesta (comincio ad odiare questo momento!), ma questa volta, al coro "co-hi-ba! co-hi-ba!", si aggiunge un'altra, più opportuna, richiesta: "Daniè! Facce testardo!"
E così, introdotta da un "...a gentile richiesta", arriva l'inno bergamasco per eccellenza.
Che bei momenti!
Anche se, e solo chi c'era può capire, la versione che Daniele fece in duetto con Max Gazzè a Capannelle qualche anno fa, resta memorabile!
E' arrivato il momento tanto atteso, volo solo andata per Cuba, omaggio al paese di Ramòn, chiosa Daniele.
Ma mentre riaccorda la chitarra, alle spalle del palco partono i fuochi d'artificio di una qualche festa patronale (mi sa che, novelli Don Camillo e Peppone, sindaco e parroco di Guidonia si siano pestati i piedi, altrimenti non si spiega perchè concerto e spettacolo pirotecnico si siano accavallati), lo faccio notare a Daniele, il quale si gira e dice "..su questa canzone i fuochi ci stanno bene!".
Inizia la favola cubana, e mentra l'America ci osserva con sospetto, noi cominciamo a defluire, chè mica vogliamo fare la fine di Guzzanti sulla tiburtina, e così, allontanandoci dal palco, lo spettacolo delle fontane di fuoco che sovrastano il palco ci ripaga alla grande per il mancato finale.
In macchina chiedo al mio amico Emilio, trascinato ad un concerto di Daniele per la prima volta, cosa gliene sia sembrato, "Proprio bravo...e proprio bello lo spettacolo".
Ne sono orgoglioso, quasi come se avessi un qualche merito nella bravura di Daniele.
E ora inizia l'attesa per il tour invernale, perchè, salvo improbabili cambiamenti, questa era la mia ultima tappa del Latitante Tour Summer Edition.
Venceremos, por esto, venceremos.

venerdì 21 settembre 2007

"My Sky" contest

L'idea è sua, è un contest senza premi e, verosimilmente, senza nemmeno vincitori.
Questo è il "mio" cielo, fotografato stamattina alle 8.00.
E questo cielo, è uno dei motivi per cui adoro la casa dove vivo ora, non c'è bisogno di fare nessuna acrobazia per vederlo, basta uscire sul terrazzo, e se ne è subito avvolti.
Peccato solo che la parte della casa rivolta verso i Castelli, sia parzialmente (ma irreparabilmente!) condizionata dalla casa di fianco, l'unica nell'arco di diverse centinaia di metri, abbastanza alta da mettersi in mezzo, tra me e il panorama tutt'intorno.

mercoledì 19 settembre 2007

Un grillo per la testa

Potevo mancare proprio io? Voglio dare anche io un contributo alle tante cazzate che si sono dette, scritte e viste in questi giorni.
Premetto che sono un sostenitore di Grillo della prima ora, e forse anche per questo tutto questo polverone, mi stupisce parecchio, per quantità e qualità.
Innanzitutto, leggo questo astio da parte dei media nei confronti di Grillo come una fustrazione, una sorta di conferma che non sanno fare il loro mestiere, visto che si sono accorti di Grillo solo dopo che lo stesso ha portato in piazza (ma sarebbe più corretto dire che è stato portato lui in piazza) tutta qualla gente e dopo aver raccolto oltre 300.000 firme.
I politici si sentono seriamente minacciati e pertanto il loro proverbiale istinto di conservazione ha preso subito il sopravvento, facendo partire il solito disco con le solite cose trite e ritrite.
Ma dov'è stata tutta questa gente (giornalisti e politici) negli ultimi anni?
Non ha saputo vedere, leggere, nella insoddisfazione della gente un montante malcontento e una crescente insofferenza nei confronti di questo modo di fare politica e gestire la cosa pubblica?
Se solo fossero stati un pò più attenti, avrebbero sottovalutato di meno le centinaia di migliaia di contatti giornalieri del blog di Grillo e il tenore dei vari interventi.
Da qui, secondo il mio modesto parere, nasce il primo errore di valutazione (voluto o solo casuale, non so) nei confronti del "fenomeno Grillo": non è stato Grillo che ha messo su tutto 'sto casino. L'8 settembre non è stato proposto o, peggio ancora, imposto da Grillo, ma piuttosto gli è stato suggerito da tutte le testimonianze che ha raccolto in questi anni.
Non è da sottovalutare il fatto che chi è sceso in piazza per il V-Day, lo ha fatto perchè il V-Day se l'è andato a cercare, perchè si è voluto informare sul dovequandocome, perchè i media (per lo più), fino all'ultimo minuto hanno ignorato la cosa e, un minuto dopo, tentato di minimizzare, salvo poi impostare i Tg e le prime pagine dei giorni seguenti solo dopo aver dato un'occhiata al blog di Grillo.
I media e la politica (per incompetenza, cecità o presunzione) sono stati presi alla sprovvista da questo nuovo movimento, e forse questo sarà quel qualcosa in più che (me lo auguro) non farà finire nel nulla quanto di buono si può estrarre da tutto ciò.
In questi giorni si sono dette tante cose, ma le parole che più si sono sentite sono state due: antipolitica e qualunquismo.
E qui, mi ritorna in mente la mai fuoriluogo definizione della Guzzanti: armi di distrazione di massa!
Ma con quale coraggio, voi politici e giornalisti tuttologi, vi permettete di definire questo movimento antipolitico e qualunquista???
Non avete tratto nessun insegnamento dall'errore che avete fatto a sottovalutare Grillo?
Errare è (più che) umano, mai il vostro perseverare è più che diabolico, è stupido!
Parto da quella, tra le due, che mi è da subito sembrata la panzana più grossa: la gente del V-Day non sostiene l'antipolitica, ma piuttosto auspica un ritorno della Politica, di quella vera, fatta dalla gente, partecipata.
Proporre un disegno di legge è l'atto più squisitamente politico che possa esistere, voler sostituire questa classe politica, non significa voler abolire la politica, ma solo rinnovarla, rinfrescarla, DISINFETTARLA!
L'altro uso improprio è quello del termine qualunquista.
A parte che mi piacerebbe sapere se e quante eminenti personalità del parlamento (tipo la Gardini) sanno cosa significa, il sentimento di presa per il culo che ho quando lo sento riproporre è devastante. Ma come qualunquista??? Ma se dopo nonsopiùquanti anni finalmente (FINALMENTE!) arriva uno che fa nomi e cognomi, che conduce battaglie in prima persona (e non nascondendosi dietro la massa o nel più vile anonimato), si becca querele, viene processato e poi, puntualmente, assolto, uno che anni prima che la Parmalat fallisse, lo andava dicendo con i bilanci alle mani, vi trovate davanti uno così, e che fate? Gli date del qualunquista???
Non sono nè Grillo nè il popolo del V-Day i qualunquisti, è questa classe politica che è adagiata su un livello bassissimo.
Non è Grillo il paladino dell'antipolitica, è questa classe politica che ha allontanato la gente dalla politica, rendendogliela indigesta.
Poi, poi ci sono quei politici che ancora non riesco bene ad inquadrare, come Di Pietro o il mio ex faro politico, Bertinotti.
Combattuto tra i ricordi e il ruolo che riveste il secondo, forse in cerca di facili consensi il primo?
Non lo so, so per certo, però, che (e fino a qualche mese fa non me lo sarei mai aspettato) l'ex PM spesso e volentieri dice ciò che vorrei sentir dire e altre volte, come ieri sera a Ballarò e dal redivivo Costanzosciò, mi fa anche fare delle grosse e grasse risate.
In molti additano Grillo come pifferaio magico, agitatore di folle, un "delinquente senza cuore" (Mastella dixit!), Ferrara ha persino detto che Grillo è volgare (com'è quella storia del bue e dell'asino?), tutti si concentrano sul dito, pochi hanno levato lo sguardo verso ciò che il dito sta indicando.

martedì 18 settembre 2007

domenica 16 settembre 2007

Sil@Perugia



E dopo la pausa estiva, si riparte, si ritorna on the road!
Mi mancava il mio turismo musicale e meno male che ho trovato in S. una complice perfetta, così, appena c'è una data a portata di...mano, sono (abbastanza) certo che sarà ben felice di partire.
Arriviamo presto, troppo presto, sul luogo del delitto, Perugia è bella, mi è sempre piaciuta, ma dopo un paio d'ore (e un gelato pessimo!), ne avevamo già la scatole piene.
Aspettiamo, pazientemente, che si faccia l'ora di cena e, nel frattempo, seduti sulle scalinate, ci godiamo l'umanità varia che ci passa davanti, nutrendo la vana speranza di riuscire ad assistere al sound check, che non riusciremo a scoprire se, effettivamente, Daniele abbia fatto oppure no.
Per cena ci concediamo il lusso di un ristorante di quelli da guida Michelin ("primo in Umbria per rapporto qualità prezzo", recita una scitta sulla porta d'entrata). A parte le porzioni, che per un calabrese e una siciliana sono un'offesa alla sacralità della tavola, effettivamente mangiamo bene (ma poco!) e le improbabili "fettuccine di crusca ai ceci, lardo di colonnata e melone" si rivelano una vera quisitezza.
Ritorniamo in piazza giusto in tempo per assistere al gustosissimo spettacolo di un gruppo di percussionisti (il presentatore si affretta a sottolinearne la condizione di "dilettanti", prima di darli in pasto alla piazza!), gli "Ohibò", gruppo che si meriterà un posto nei saluti finali di Daniele, con tanto di invito, rivolto alla piazza, ad informarsi sulla bella storia che c'è dietro.
C'è ancora spazio per inserirci a ridosso delle prime file.
Con la canonica mezz'ora di ritardo, si palesano sul palco i musicisti.
Dopo tutti, compare Daniele, jeans e felpa blu, imbraccia la chitarra e si parte con Marzo 3039.
La piazza è stracolma, Daniele lo sottolinea, più volte.
Davanti a noi stazionano 3 idiote con due cani (uno è un dolcissimo e spaurito, oltre che enorme, maremmano, o 'na cosa simile), la loro idiozie era tutta nel fatto che erano convinte di essere amanti degli animali e, in particolare, dei loro cani, che avevano trascinato al concerto a prendere polvere, paura e calcioni.
Vorrei conoscerle, per poterle denunciare alla protezione animali!
Su Che bella faccia parte la coreografia, si alzano dalla prima fila dei palloni gonfiati con uno smile disegnato sopra, mi è sembrato di riconoscere qualcuno/a del fan club tra i coreografi.
Sono trascorsi un mese e una manciata di concerti da Civitavecchia, e la differenza si nota.
Lo spettacolo è ancora più rodato e ci sono parecchie variazioni sul tema, tra cui la definitiva promozione a "musicisti" di due tecnici, che danno una mano ale percussioni e ai cori, e una versione ancora più flamencata de Il flamenco della doccia.
Manca, invece, Testardo, che, evidentemente, viene eseguita solo entro le mura amiche, quindi non mi resta che aspettare domenica prossima, sperando che Guidonia sia suolo amico!
La scaletta è sempre la stessa, forse viene invertito l'ordine di alcune canzoni, mi sembra, per esempio, che La paranza slitti in avanti (permane la sensazione di "fastidio" stampata sulla faccia di Daniele quando la fa: finge o è realmente "infastidito"?).
Due curiosità: su Domani mi sposo, l'orario della funzione (undicievventi) coincide con l'orario in cui Daniele canta la strofa; su L'autostrada (questo tour, fra le altre cose, ha il merito di avermi fatto innamorare di questa canzone e avermi stampata in mente la frase e tirava una brezza che dava un colore alla quiete) , quando Daniele nomina la chiesa, alle nostre spalle rintocca il campanile.
Mi piace, come sempre, girarmi intorno, e registrare lo stupore generale di chi non conosce Sogno B, vederli ridere di gusto o, rassegnati, concordare annuendo.
C'è ancora il tempo di litigare con una ragazzina che, fresca e tosta, voleva fregarmi il posto faticosamente guadagnato...oh, sò aggressivi i gggiovani d'oggi!
Parte il Dj-set, arrivano gli "ncruattàti", è il momento di saltellare con Gino, la sua alfetta e Salirò.
Salutano e vanno via, ma la gente vuole una sola cosa (ancora), e lo urla a gran voce.
Risalgono sul palco, c'è Aria, e la gente lo travolge di applausi, e non è roba da non tenere in conto, visto che è un concerto in una piazza e se non tutti sono lì non sapendo chi sia su quel palco, molti erano lì per sentire La paranza.
E' arrivato il momento tanto atteso da molti, si va a Cuba; il viaggio dura poco, lo spazio di una canzone e di diversi "venceremos" gridati a gran voce.
Cominciano a dirigersi verso la batteria ma, contrariamente al solito, Daniele non invita il pubblico ad andare via (chè tanto "questo finale è per noi, non per voi"), questa volta, visto che la festa è riuscita così bene, invita tutti a restare, e condividere con loro il momento in cui la musica ritorna all'approccio iniziale, quando è puro divertimento.
Grazie per aver musicato queste altre due ore (e passa) della mia vita, ci vediamo domenica prossima, Daniè.

PS: mentre stavano ancora montando il palco, una coppia di turisti stranieri ci si avvicina e ci chiede chi fosse il "singer" del manifesto e, soprattutto, che genere di musica suonasse. Che genere di musica fa, Daniele???

martedì 11 settembre 2007

sabato 8 settembre 2007

V-Day

Chissà, magari qualcosa si muove davvero.
Io, una firma l'ho messa.
Hai visto mai?!

venerdì 7 settembre 2007

Senza parole


Insegna che fa bella mostra di sè sulla trafficatissima Via della Serenissima, a Roma, all'altezza del civico 155.

giovedì 6 settembre 2007

OTTANTADUE!


Auguri, maestro Camilleri!

mercoledì 5 settembre 2007

Il meraviglioso mondo di Camillo

Invitato in quel di Frascati, tra un bicchiere di romanella e una coppietta (rigorosamente non piccante!), il buon Don Camillo ha dispensato pillole di saggezza, suscitando l'estasi dei convitati.
Ha iniziato con un suo cavallo di battaglia, la genocida legge 194.
Con notevole (e inaspettato) anticipo sui tempi soliti, ha ammesso l'ineluttabilità della legge "Quella legge c'è, per un credente sarebbe meglio che non ci fosse, però c'è, né c'è la condizione culturale per abrogarla", ma si è spinto più in là, arrivando ad affermare che, alla luce "progressi medico scientifici" raggiunti, sarebbe "doverosa una interpretazione che aggiorni e migliori la legge", senza, ovviamente, peggiorarla.
Curioso che si faccia riferimento a progressi scentifici, quando la Chiesa ha impiegato oltre 400 anni per ammettere che forse (ma forse!), su Galileo si erano sbagliati. O forse si riferiva all'invenzione dell'ecografia???
Ha poi continuato sul tema, commuovendo i commensali tirando in ballo bambini, che meritano di vivere sempre e comunque perchè, "a parte tutte le altre considerazioni, avrebbero comunque una vita normale". Non so quali siano le altre considerazioni, e francamente non mi interessano, ma mi farebbe piacere affrontare con il Cardinale una discussione sul significato di "vita normale". Perchè sono legittimato a pensare che per la Chiesa sia una vita nomale quella che aspetta le vittime della pedofilia, visto che la contromisura più dura ai casi conclamati di preti pedofili è lo spostamente ad altra curia, dove quel prete potrà ricominciare indisturbato a fare i suoi porci comodi!
Ma non si è mica fermato qui il Cardinale!
Ritornando sul caso forse più discusso degli ultimi mesi, il funerale di Welby, il generosissimo Cardinale si è assunto tutte le responsabilità del diniego, argomentando che, la sua, è stata una decisione sofferta quanto obbligata, che per la Chiesa "il suicidio è intrinsecamente negativo" e che "concedere il funerale sarebbe stato come dire "il suicidio è ammesso".
Quando ho sentito queste parole, sacrosante e soprattutto coraggiose, quando finalmente sono stato messo al corrente delle motivazioni di un gesto che, al momento, mi era sembrato solo e soltanto vigliacco, nella mia mente si sono susseguite una serie di immagini.
Erano immagini di funerali, funerali di mafiosi, ma anche immagini di mafiosi con vistosi crocifissi, mi è venuta in mente la Madonna della Montagna e tutti i malviventi che l'hanno eletta loro protettrice.
Probabilmente la fraschetta dove il Cardinale e i suoi stavano amabilmente conversando rispettava l'ordinanza comunale e, pertanto, a mezzanotte, a malincuore, si son dovuti accomodare fuori impedendo al Cardinale di dire che "la mafia è intrinsecamente negativa" e che "concedere i funerali ai mafiosi è come dire che la mafia e ammessa" e che nessun malvivente può impunemente farsi proteggere dalla Vergine Maria.
Sarà per la prossima volta.
Sicuro.

lunedì 3 settembre 2007

Dubbi amletici

Se sei un ministro di un governo (ammesso e non concesso che non sia il governo dell'Isola di Bananas), non puoi manifestare contro l'esecutivo di cui fai parte.
Mi sta bene.
E' un pò come se, durante Juve-Inter, di punto in bianco, Camoranesi cominciasse a giocare con l'Inter senza nemmanco cambiarsi di casacca.
E' sleale, e anche vigliacco.
Ma allora vorrei sapere perchè se Mastella e Rutelli aderiscono al Family Day, manifestazione organizzata contro un provvedimento del Governo (provvedimento presente nel programma di governo!), non è scandaloso e non si paventano crisi di governo, mentre se quei ministri mangiabambini della sinistra estremamente antagonista partecipano una manifestazione contro un provvedimento del governo (non discusso o concordato nel programma di governo!), proprio i due di cui sopra (con la memoria evidentemente corta) minacciano di far cadere il governo?
Perchè la coerenza, l'onestà intellettuale e la lealtà (nei confronti di chi, letto un programma di governo, avendolo reputato condivisibile, ti ha dato un mandato affinchè tu governi seguendo quella proposta) non sono considerate qualità da esaltare, ma piuttosto sono stigmatizzate come azioni terroristiche?
Ridatemi i miei vent'anni, che me ne vado da questo paesedimmerda!

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domenica 2 settembre 2007

Non è vero, ma ci credo

Un giorno qualsiasi, appena tornati dalle vacanze, quando la casa è ancora piena di borsoni aperti, buste sparse diquàedillà e la netta sensazione che, mettendo tuto in ordine, si sancirà definitivamente, irrevocabilmente, la fine dell'estate.
M è stravaccato sul letto che guarda la tv, S si aggira per la stanza cercando di ripristinare una parvenza di ordine.

S: Dove hai messo il trolley blu?
M: ...l'ho già messo a posto, perchè?
S: Nella tasca interna c'è una collanina, quella blu....
M: OK, dopo vado a prendertela.

Il giorno dopo, sullo scooter. Gli stessi protagonisti di prima stanno andando a cena.

S: ..me l'hai poi presa la collanina?
M: ...quale collanina???
S: ..nel mio trolley...te l'avevo detto ieri...non ricordi?
M: ..ah, si, ora ricordo...non, non l'ho presa, m'è passto completamente di mente. Quando torniamo te la prendo.
S: Non te lo scordare, però, che me l'ha regalata il mio papà. E' il mio portafortuna...
M: S.! Ti prego, non dire così, che poi te ne convinci e le sfighe te le vai a cercare!
S: ...

Sempre quella sera. Di ritorno a casa. Sempre sullo scooter. Un semaforo sulla Collatina. La mamma degli idioti è sempre incinta e uno dei figli ha deciso che il suo rosso era un "rosso relativo" e che quindi poteva benissimo impegnare l'incrocio e tagliare la strada ai nostri due protagonisti, evitando di travolgerli per una manciata di centimetri.

M: ...
S: ...

La mattina dopo. Ancora S e M. S scende per andare a lavoro. M è ancora in casa.
Uno squillo di cellulare.

M: ....ehi, S, che è successo?
S: ...ho trovato la ruota a terra, puoi scendere?
M: Si, scendo subito.

Quella stessa sera, di ritorno a casa, sempre sullo sccoter. Ancora un semaforo, sulla Prenestina, l'allegro giovane che precede i nostri protagonisti è abituato a non usare la freccia per svoltare. Per fortuna la velocità è più che moderata e i riflessi di M (!) sono ancora apprezzabili. Una bella strusciata, ma niente di grave.

M: ...ti sei fatta male?
S: ...no, no...tutt'apposto, non preoccuparti.

Poco dopo, a casa.

M: Dove hai detto che era quella collanina?
S: Nel mio trolley, nella tasca interna.