lunedì 20 ottobre 2008

Lettera aperta a Roberto Saviano

Caro Roberto,
in questi ultimi giorni s'è fatto un gran parlare, di te, del tuo libro, dei Casalesi.
Come sempre accade, in molti si sono sentiti in dovere di darti consigli (non potendo dare il cattivo esempio), di farti sentire la loro solidarietà, di implorarti di non lasciare l'Italia.
Il papa era troppo impegnato a maledire la scienza e gli scienziati, ma se non sbaglio il Cardinale Sepe ti ha portato la solidarietà di tutta la Santa Romana Chiesa.
Anche alcuni premi Nobel si sono mossi e hanno sottoscritto un documento, per te.
Tutto un paese, insomma, s'è stretto intorno a te, per farti sentire il suo calore, per convincerti a non andare via, un mezzo miracolo, insomma, se pensi che sei riuscito a mettere d'accordo Veltroni e Di Pietro!
Tutto un paese, tranne un paese, quel Casal di Principe che tu hai raccontato in Gomorra.
Là continuano a pensare che ti saresti dovuto fare i cazzi tuoi, che loro non t'hanno fatto niente, e continuano a chiedersi perchè ce l'hai con loro.
Sulla tua testa c'è una condanna a morte, una condanna per aver descritto una verità, una verità che per troppo tempo, in troppi, abbiamo fatto finta di ignorare.
Chi per paura, chi per convenienza, chi per inconsapevolezza.
Eppure, da attento osservatore quale hai dimostrato di essere, dovevi saperlo che in Italia la verità non premia, anzi, ad essere premiati sono i bugiardi, quelli che non parlano, quelli che truccano i bilanci, quelli rubano i soldi dai conti correnti, quelli che fanno fallire le società.
In tanti ti stanno chiedendo di ripensarci, anche su Facebook migliaia di persone ti stanno dimostrando affetto.
Io voglio uscire fuori da questo coro, ma non come ha fatto un noto Ministro, che ha cercato di sminuire ciò che tu rappresenti (ma si sa, in Italia siamo tutti bravi ministri, ma sulla poltrona ci va sempre il più fesso!), io, invece, voglio implorarti di andartene.
Hai ragione da vendere Robè!
C'hai 28 anni e vivi come un mafioso in latitanza, mentre i veri mafiosi scorazzano liberamente in doppiopetto e auto blu.
C'hai 28 anni e non puoi prenderti 'na birra senza il terrore che salti in aria la spina.
C'hai 28 anni e non puoi nemmeno avere una casa, chè hanno paura pure ad affittartene una.
C'hai 28 anni, Robè, chi cazzo te lo fa fare?
Vattene da questo paese di merda, che non ti merita.
Noi saremo più poveri, ma tu sarai vivo.
Grazie di tutto.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravo..veramente...sono pienamente d'accordo con te...ho 31 anni e se penso a tutto cio' che e' negato a Saviano mi viene da star male...lui merita rispetto perche ' se quello che ha fatto l'avessero fatto in altri 1000 a quest'ora la campania sarebbe un altra cosa, se l'avessero fatto in 100000 probabilmente ora staremmo parlando della sconfitta della camorra e della mafia, se l'avessero fatto in un 10000000 adesso l'Italia sarebbe un paese diverso...

Dico solo che:

Uno solo ha avuto il coraggio di uscire fuori

...E guarda quanto se ne parla...

Anonimo ha detto...

com'è che si dice?! Ah si... QUOTO!! A Robe', ancora qua stai??

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo pienamente.

Anonimo ha detto...

il prossimo che mi dice che "chisto è 'o paese cchiu bello d'o munno" si becca tante di quelle mazzate che non ti dico

micaMAtta ha detto...

Purtroppo, le persone come Saviano, cioè quelle che si prendono la briga di fare nomi e cognomi sono mosche bianche. Anch'io sono d'accordo con te: se vuole continuare a volare, meglio farlo altrove! Il nostro paese, sì... non lo merita!

micaMAtta