venerdì 21 marzo 2008

Chi ha paura della Cina?

Che senso ha celebrare il sacro rito delle Olimpiadi in un paese che, puntualmente, costantemente e impudemente, da tempo immemore, calpesta ogni tipo di diritto civile, politico e sociale.
Un paese in cui, nella maggiorparte dei casi, l'unica libertà concessa, è quella di venire sfruttati e sacrificati sull'altare del dio yen.
Un paese in cui la censura dell'informazione, è la prima preoccupazione del governo.
Un paese in cui non esistono diritti.
Un paese che si spaccia per comunista, ma che in realtà è la più ignobile forma di mistificazione di un'ideologia.
Ad altre latitudini, in situazioni simili, si è intervenuti "esportando la democrazia", la Cina, invece, gode di una sorta di immunità, una serie infinita di bonus che gli permettono di essere, sempre e comunque, interlocutore importante al tavolo politico ed economico.
E così capita che gli USA, invece di isolare la Cina e, magari adottare delle misure così come (con una sproporzione inaudita) fa con Cuba, leva (inspiegabilmente) la Cina dalla black-list dei paesi che violano i diritti civili e Bush non ritiene che la repressione in Tibet sia un motivo valido per non presenziare alle Olimpiadi di Pechino.
E così capita che il Dalai Lama venga in Italia e venga trattato come un appestato dai politici italiani, mentre, per fortuna, l'Italia, quella vera, gli ha dimostrato affetto, considerazione e stima affollando a migliaia gli incontri organizzati.
E così capita, ancora, che l'economia mondiale se ne fotta delle condizioni in cui milioni di cinesi sono costretti a lavorare, e continua a fare affari da capogiro nel paese asiatico.
Pochi hanno il coraggio di ribellarsi, e perciò assumono ancora più valore le parole di Nancy Pelosi, che, dopo aver incontrato il Dalai Lama, ha detto "Se le persone che amano la libertà nel mondo non si schierano contro l'oppressione cinese ... avremo perso ogni autorità morale per parlare a difesa dei diritti umani in qualunque parte del mondo" o quelle (che per me, per ovvi motivi, pesano come macigni!) del candidato sindaco di Roma Alemanno che ha sostenuto che "Quello che sta succedendo in Tibet in questi giorni ha macchiato di sangue, in maniera gravissima, le Olimpiadi di Pechino della prossima estate. La comunita’ internazionale, a partire da Roma citta’ simbolo di dialogo e pace, non puo’ rimanere inerme di fronte ad un tale scempio."
Valuto in maniera diversa la debole reazione del Vaticano (molto più veemente, in verità, quando si tratta di difendere i diritti di chi non è ancora nato o manco concepito!), che comunque, se non sbaglio, non ha relazioni diplomatiche con la Cina e che, comunque, teme (molto probabili, effettivamente) ritorsioni contro i già tartassati cattolici cinesi.
Ma non tutto è perduto (fuorchè, ovviamente, l'onore), c'è ancora tempo e modo per riparare, almeno in parte, e allora tiriamo fuori le palle e boicottiamole 'ste olimpiadi (volutamente con la "o" minuscola!), lasciamoli giocare da soli con un giocattolo rotto, lasciamoli mostrare la loro grandezza dimostrando quanto sono piccoli.
Se l'economia e la politica non possono fare a meno della Cina, dimostriamo che il resto del Mondo non ne ha paura.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Le Olimpiadi non andavano proprio assegnate alla Cina, è questo il problema. Si potrebbe anche boicottarle, ma non credo che la situazione di schiavitù economica cambierebbe. Da boicottare sarebbero i mercati, le importazioni (di merce scadente, scaduta e pericolosa), le dubbie relazioni diplomatiche. Forse con le Olimpiadi si potrebbe invece dimostrare quali sono i valori veri, se è ancora vero, per una volta almeno, che lo sport non è politica. Ma anche su questo ho i miei dubbi...
Comunque la cina (minuscola) fa veramente schifo.

Marco ha detto...

@Vica: il boicottaggio non ferma la schivitù (anche se...), ma dire no alle olimpiadi, significherebbe dire no alla Cina, e a quel punto sarebbe difficile per tutti (governo cinese incluso) fare finta di nulla, come hanno fatto per la contestazione di Olimpia. Chissà cosa sarebbe successo, per esempio, se Panatta&Co. non offsero andati in Cile...

Anonimo ha detto...

Ma come fai ad accusare la Cina? ... sei un Comunista...
Karl

Marco ha detto...

@Karl: la risposta è dentro di te, ma è sbajata!