martedì 11 dicembre 2007

Cineforum domestico

Qualche sera fa (domenica?...boh!), nello splendore dei nostri 32" di cristalli liquidi, rigorosamente sottomarca, abbiamo, io e S., visto questo film.
A me è piaciuto molto mentre S., pur non essendosi addormentata (sarà che era tutto il giorno che poltrivamo sul divano?), non ha gradito del tutto, perciò il dibattito a fine proiezione è durato poco:
"..bello, no?" faccio io, "...bah!" risponde lei.
Passo, e chiudo.
Io, invece, gradisco molto le storie intrecciate e i film con la narrazione che va avanti e indietro seguendo i diversi punti di vista dei diversi personaggi.
Poi, c'erano ottimi attori, come il miglior Che della storia della celluloide (in attesa del cimento di Benicio) e quel Brad Pitt che passa da produzioni a film indipendenti con estrema nonchalance e coraggio, (quasi) sempre con dignità.
Non so se la versione in nostro possesso fosse fallata o se anche nelle sale il film è stato proiettato senza sottotitoli, fattostà che, nella nostra versione, i dialoghi di Pitt&co. erano in regolarmente doppiati, mentre gli altri erano in lingua originale.
Per le scene in spagnolo non abbiamo avuto problemi, ogni tanto qualche parola sfuggiva si, ma in misura assolutamente irrilevante.
Con i dialoghi marocchini ce la siamo cavata egregiamente, forse perchè, tutto sommato, sudditalia e nordafrica sono molto più vicini di quanto non si voglia ammettere.
Ma la parte nipponica proprio non l'abbiamo capita!
E dire che ce l'abbiamo messa tutta, giuro, c'abbiamo provato, ma niente da fare.
E così, alla fine del film, ci manca un tassello importantissimo che magari se qualcuno di voi ha visto il film, potrebbe spiegarmi.
Cosa legava padre&figlia giapponesi con il ferimento della Blachett?
Credo di aver intuito (dalla foto presente sia in casa dei giapponesi sia in quella dell'anziano marocchino) che il nesso era il fucile, ma come?
Perchè?
Vi prego, aiutatemi!
Grazie!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

se ricordo bene il padre della sordomuta (si, perché era sordomuta, questo te ne sarai accorto pure se gli altri le parlavano in japponnaise) aveva regalato il fucile al padre dei ragazzi marocchini dopo una battuta di caccia in africa. Peccato che ti sia perso proprio quella parte. Era la più commovente di tutto il film: meravigliosamente recitato, splendidamente girato, di fortissimo impatto emotivo.... Per il resto grande Cate Blanchett e pure Brad... ma certo tutte quelle sfighe concentrate contemporaneamente in una sola famiglia a me sono sembrate un po' troppo esagerate, come un pretesto per strizzare le lacrime dagli occhi degli spettatori

Gno

Marco ha detto...

@Gno: ero sicuro che tu l'avessi visto, così come ero sicuro che non te lo saresti ricordato.
Che il nesso fosse il fucile (che il papà della sordomuta aveva dato all'anziano marocchino che poi, a sua volta, lo ha venduto (in cambio di una pecora) al papà dei ragazzini il quale, dovendo allontanarsi per qualche giorno (per andare a fare provviste) voleva essere sicuro che i figli avrebbero potuto difendere il greggie), questo lo avevamo capito, quello che non abbiamo capito è come hanno fatto ad arrivare al giapponese.
Comunque grazie mille.
Concordo sul fatto che l'episodio nipponico fosse il più commovente e penso anche che possa considerarsi l'episodio emblematico del film, perchè la ragazza giapponese è l'unica che non riesce a comunicare con chi gli sta intorno. Non sono i diversi idiomi (Babele, appunto) a dividere, ma i muri di indifferenza e insofferenza che creiamo noi stessi a dividerci e ad isolare i più "deboli".

Anonimo ha detto...

m'hai dato l'ennesimo smacco!

G.

Anonimo ha detto...

riemergo. 'sto film non l'ho visto, ma vorrei tanto. visto che t'è piaciuto, vediti Amores Perros, stesso regista, stesso impianto con evento scatenante che si riflette su storie che s'intrecciano.