mercoledì 12 dicembre 2007

Mano in alto

"[...] alzi la mano chi da ragazzo non ha fatto parte di una compagnia che aveva come punto di ritrovo un monumento, un parco o un muretto...", scrivono loro nel loro ultimo post.
C'avete presente Ego quando assaggia la (o il?) ratatouille?
Leggendo questa frase ho avuto la stessa esperienza sensoriale-metafisica e sono stato trasportato al mio paese, alla fine degli anni '80.
Erano gli anni delle immense compagnie e del motorino sempre in due, gli anni, come dice una di quelle mails che girano di tanto in tanto, in cui per sapere se un amico era a casa, andavi a citofonare, gli anni (gli ultimi) senza cellulare.
Erano gli anni, insomma, in cui aveva un senso (obbligato) darsi un appuntamento in un posto ben preciso, niente poteva essere lasciato al caso, perchè mica potevi mandare un esSeMmesSe!
Ma al mio paese, prima che costruissero "il" monumento, c'era solo un busto transennato, proprio sopra la piazza principale.
Troppo poco poetico, troppo in vista, soprattutto.
Avere un parco, considerato che il paese sorge a pochi metri da un parco nazionale, sarebbe stato esagerato, ma non era nemmeno pratico darsi appuntamento dopo il terzo faggio a sinistra, tra il pino e il cerchio delle streghe!
Il concetto di muretto, poi, non esisteva affatto.
Dalle mie parti è considerato inutile, oltreche sciocco, costruire un muretto.
Se proprio devi sprecare tempo e danaro per alzare un muretto, allora sforzati un pò di più e quel muretto diventerà una bella parete di una casa, ovviamente abusiva.
E allora i nostri appuntamenti erano, molto più prosaicamente, fissati allo scalino del "bar di Ciccio" (famoso (allora!) anche per il miglior latte di mandorla dell'intera provincia, per essere il posto telefonico pubblico del paese (il "telefono a scatti", sembra roba di cent'anni fa, e invece sono passati 15 anni, o poco più) e per essere stato l'ultimo bar d'Italia ad aver abbandonato la macchina del caffè "manuale"!), almeno quando lo stesso Ciccio non lo cospargeva di nafta o colla, oppure allo scalino di fianco Lechiara, che aveva il pregio di godere della migliore prospettiva visiva della piazza e che perciò era un'impresa trovare libero ma, soprattutto, alla mitica "sala giochi", chè se pure gli altri tardavano, almeno lì potevi ingannare il tempo mettendoti in fila per fare una partita a 1943:The Battle Of Midway e, se riuscivi ad arrivare al joystick, con 200 Lire te ne potevi catafottere se gli altri arrivavano, o no.

4 commenti:

quentin ha detto...

Hola..
nostalgia sto post..
eeehhh.. che ricordi..
che tempi..

daje..
q.

Anonimo ha detto...

A me è capitato sempre di avere la mia comitiva non tanto vicino a qualche monumento ma sempre in qualche stradella. Attualmente la mia compagnia la conoscono come "la comitiva di Via Settembrini" ed è strano avere ancora una comitiva a 26 anni suonati...sembra più adolescenziale no? e invece... :)
Però gli altri gruppi in genere si riuniscono davanti a qualche monumento o davanti a qualche bar che assicura lo stazionamento... :)

In merito al fatto di citofonare per sapere se i tuoi amici fossero a casa: ricordo ancora le telefonate le citofonate continue nella mia abitazione...in questo caso, benedico gli sms!! :D

Anonimo ha detto...

Ehh già, i lunghi pomeriggi d'inverno passati a perder tempo per il paese.... e quanto freddo!!

Mdi2

ladymachbet ha detto...

Il punto di ritrovo nostro era "sotto casa di A." amica perennemente in ritardo che ci costringeva ad attese di ore sia sotto la canicola estiva che nel freddo polare di dicembre.
Va da se che poi si faceva tardi e passavamo il pomeriggio inchiodati la sotto ^^

Bei tempi :D