giovedì 8 novembre 2007

Lisbona, impressioni di novembre #2

Di fronte all'Hard Rock Cafè (un negozio che vende magliette), di fianco a quella meraviglia che è(ra) il teatro Eden, in Praça dos Restauradores, si prende l’Elevador da Gloria, altra esperienza che non può mancare nel curriculum del perfetto turista.
Questa sorta di tram scala, in un'unica, lenta, tirata una salita improponibile da fare a piedi e raggiunge il Bairro Alto (che poi, noi l'abbiamo scoperto l'ultimo giorno che non si chiamava Barrìo, come erroneamente, ma molto più musicalmente, pensavamo noi!).
La nostra guida ci suggeriva una visita alla Praça do Principe Real dove avremmo potuto assistere a scene di ordinaria quotidianeità lisbonese, come le nonne che pascolano i nipotini e gli anziani lisbonesi che giocano a carte.
Ed era veramente così!
A dire il vero, insieme ai giocatori di carte, c'era anche un vecchietto un pò stronzo che non voleva che lo fotografassimo e G. si è pure sorbito un cazziatone in portoghese, con tanto di bastone agitato per aria.
Sotto il giardino al centro della piazza, c'è il museo dell'acqua, o meglio, uno dei tre musei dell'acqua di Lisbona: non andateci, non c'è niente, neanche l'acqua!
Nella discesa verso Santa Caterina, quasi casualmente, ci imbattiamo in un Monastero con un bellissimo chiosco e una storia antichissima e tristissima fatta di ragazze portatrici di handicap che venivano qui dentro segregate, o almeno così ci è sembrato di capire da quello che la nostra guida, un'arzilla vecchietta in un inglese intervallato da sonore pernacchiette, ci ha spiegato.
Quello che non ci ha saputo/voluto spiegare è perchè, nel bel mezzo dell'altare della (bellissima) chiesa all'interno del monastero (tutta tempestate di legni intarsiati e rivestiti di oro nella parte alta e mosaici olandesi su maioliche in quella bassa) campeggiasse un'immagine dalle fattezze diaboliche.
La gita nel Bairro Alto prosegue alla volta del Miradouro di Santa Catarina, ogni viuzza che percorriamo ha un fascino particolare, se non fosse che gli odori che percepisco e le voci che sento non mi appartengono, sembrerebbe proprio di passeggiare per le stradine del mio paese, con tanto di panni stesi ad asciugare, donne che parlano da balcone a balcone, giardini pensili e incongruenze cromatiche.
Dal Miradouro si gode di una bellissima vista sulla città, da ponte a ponte, proprio di fronte alla statua del Cristo Rei, con sottofondo di bonghi e aromi che colorano l'aria.
Altra superba vista, è quella che regala (previo regolare pagamento di biglietto) il castello São Jorge, posto in cima al quartiere dell'Alfama.
Il castello conserva ancora un'aurea magica e così, tra bocche di cannone e suggestive feritoie, può capitare di vedere gente che, in preda ad una nuova sindrome di Stendhal, si spalma per terra appena oltrepassato il ponte elevatoio o non riesce più a ridiscendere le scale.
L'ultimo regalo, il castello lo fa appena passate le mura.


(...to be continued)

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