venerdì 16 novembre 2007

Ciao, Rino

Passato qualche giorno, metabolizzato il tutto, mi va di dire un paio di cose sulla fiction "Rino Gaetano".
Innanzitutto, che Santamaria è stato bravo.
L'ho trovato decisamente credibile, considerando il fatto che, come attore, non mi è mai piaciuto molto.
Brava, oltre che bella, anche la Smutniak.
Ma chi era, chi è stato Salvatore, detto Rino, Gaetano?
Pensavo che questa fiction avrebbe rappresentato la risposta a questa domanda, la aspettavo con molta curiosità e rigonfio di speranze, alcuni amici, che lo avevano sentito cantare, mi avevano detto che il Santamaria cantante non sfigurava affatto, e così infatti è stato.
Ma il resto?
Questa fiction ha restituito l'immagine di un uomo, anzi, un ragazzo, egocentrico, egoista, viziato (come continuava a ripetere S.), opportunista, alcolizzato e privo di qualsiasi talento.
Gli autori, il regista, la produzione, si sono concentrati su un periodo della vita di Rino, enfatizzandone le caratteristiche negative, evidenziandone i difetti e rubando così spazio, prezioso, al talento, vero, di Rino, alla sua straordinaria creatività (che ha sfornato 6 pregevoli LP in appena 6 anni!).
A prescindere dai bloopers che il film, inevitabilmente, contiene e che, a volte, sono inseriti volutamente, com'è stato possibile non notare che il padre e la madre di Rino, crotonesi nella realtà, avessero uno spiccato accento campano il primo, siciliano la seconda?
Non è stato possibile trovare attori madrelingua? Hanno voluto evitare i ridicoli accenti calabresi che sfoggiano, invece, gli attori di Distretto di Polizia? Non sarebbe stato meglio, a questo punto, scegliere due attori senza inflessioni dialettali?
Non ho mai avuto modo di conoscere familiari di Rino (quando ho conosciuto Pietro, la mamma di Rino era già mancata, purtroppo), ma da quanto ho appreso da amici, vicini e lontani, di Rino, il rapporto di Rino con il padre era inquadrabile nell'ambito di un normalissimo conflitto generazionale, ancora più evidente e duro se immaginato nell'Italia degli anni '70 e considerando il gap che ci poteva essere tra un ragazzo cresciuto a Roma e un anziano signore cresciuto nel profondo sud, ma non così ottuso come la fiction ci ha voluto fa credere.
Nella fiction, oltre all'assenza della sorella di Rino, c'è un assente illustrissimo, omissione che è, a mio parere, la più grave.
Nella fiction, infatti, se non incidentalmente, non si fa mai parola di Crotone, della Calabria, del Sud. Rino, è vero, si considerava culturalmente romano, e di certo non gli si può dare torto, visto che a Crotone ha passato la sua infanzia, ma non ha mai rinnegato le sue origini e l'amore per il sud trasudava da molte sue canzoni, dedicando proprio al sud una delle sue canzoni più belle, Ad esempio a me piace il sud.
Una canzone fatta di immagini, di immagini che solo chi il sud ce l'ha dentro può raccontare, e che, proprio come dice Rino nel testo, solo chi "il sud" lo vive o lo ha vissuto può capire, senz'altro un altro come lui, appunto.
Ma i riferimenti al sud e l'accostamento tra chi vive in Calabria e chi è sfruttato, deriso e malpagato sono presenti in tutta la sua produzione.
E il sud per Rino era più che un'idea e un'ideale, il sud era reale, vivo e presente e già famoso Rino continuava a tornare a Crotone d'estate e, appena poteva, correva dall'amata nonna.
E poi, che fine ha fatto, nella trasposizione televisiva, il talento di Rino?
Il suo essere un passo avanti rispetto a tutti gli altri cantautori?
Rino è riuscito a descrivere vizi e virtù che fanno parte del patrimonio genetico dell'Italia, ciò che ha raccontato con i suoi testi non era legato alla società italiana di quegli anni, ma all'Italia di tutti i tempi, rileggere oggi le sue canzoni fa un pò lo stesso effetto che fa leggere i sonetti di Belli, di un'attualità sconvolgente.
Ma tutto questo, in tv, non si è visto.
Si è visto un alcolizzato che, quasi inconsapevolmente, ha scritto qualche canzone di successo.
Peccato, era una gran bella occasione per far scoprire un talento vero, uno dei tanti, ma sicuramente unico.
Occasione persa.
Per foruna ci sono loro, che Rino lo celebrano nel modo migliore, nell'unico: cantandolo!
Ciao, Rino.



4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi permetto un piccolo OT: La cartolina è arrivata integra e intatta. Ho provato a ringraziare sia te che Enrico, Silvia e Giovanni sul forum del Microclima ma non so se avete avuto modo di leggere i miei rigraziamenti. Voglio farlo qui perchè ci tengo al "GRAZIE" perchè è dovuto e soprattutto SENTITO come il saluto sincero che mi avete inviato tramite la cartolina stessa.
Grazie ancora! Spero ci sarà occasione per vedervi e salutarvi dal vivo...una volta tanto!! :)

Nico

Marco ha detto...

@Nico: prego.

Anonimo ha detto...

al di la dell'interpretazione del bravo Santamaria, anche io sono rimasto un p� deluso dalla storia, han raccontato un Rino arrivato al successo x caso e subito andato in crisi sotto le pressioni delle majors, l'immagine di lui votato all'alcol � stato x me un pugno nello stomaco.

un saluto Soccorso

Pietro72 ha detto...

Sono d'accordo Marco, l'immagine data di Rino non perfettamente corrispondente alla realtà, non era un alcolizzato, era ribelle, ma da quanto mi hanno detto il padre era estremamente severo con lui... Normali gli scontri, anche perchè chi non ce li ha avuti con i propri genitori, ma era molto amato da loro, e sono tutti sempre legati al loro luogo d'origine, come tutti noi meridionali, ma questo non fa ascolti...