sabato 7 luglio 2007

It's only Rolling Stones!

Ci sono alcune cose che mi porto dietro (o dentro?) sin da piccolo, una di queste è sicuramente l'amore, la passione, per la musica. In casa mia, chitarre e fisarmoniche sono sempre state a portata di mano, mai imposte, e nemmeno proposte, sempre lasciate lì, in balìa di chiunque avesse voluto usarli e, soprattutto, imparare ad usarli.

Sono cresciuto in questo ambiente, un padre bravissimo chitarrista con un passato in uno dei tanti gruppi musicali degli anni '60 (con un discreto successo nei paesi limitrofi), una nonna che, già anziana, sapeva ancora suonare la chitarra (ricordo la mia felicità le volte che riuscivo a convincerla a suonare, ricordo quelle mani piene di rughe che con molta difficoltà riuscivano a fare pressione sulle corde), una pletora di zii che sapevano (e sanno) suonare di tutto, uno di loro ha anche partecipato ad un cantagiro!

Sono cresciuto con la convinzione che Beatles e Rolling Stones fossero una sorta di amici di famiglia.

Ricordo come un sogno la notizia di quell'8 dicembre, un brutto sogno.

C'ho provato anche io a suonare, a mettere su un gruppo, ma a parte qualche festa di compleanno, solo la nostra improvvisata sala prove (ricoperta di cartoni di uova) ricorda le nostre imprese musicali.

Sono stato molto più bravo ad ascoltarla, la musica, e a vederla dal vivo, fin dove, quando e quanto ho potuto (ovviamente non ardisco paragonarmi a lui!).

Il mio primo Concerto (con la "c" maiuscola) è stato proprio di uno degli amici di famiglia, era l'89 e io e mio padre partimmo alla volta del(l'allora) Palaeur a Roma per vedere Paul McCartney.

Già, io e mio padre. Gli avrò mai detto grazie per questa realizzazione di un sogno? Devo ricordarmi di farlo!

Ci sono tornato da solo ad un concerto di Macca. Sempre a Roma, quel magnifico concerto ai Fori Imperiali, quando non si capiva quale fosse il monumento, se quello dietro al palco, o l'omino sul palco.

Quella sera papà non potè venire, ero li anche per lui, ma anche per Totò e Gino, corresponsabili quanto mio padre di questa mia passione (fu Totò che mi insegnò a fare il barrè), e che sarebbero stati di certo lì, se il loro viaggio non fosse finito così presto.

Sentivo dentro tutta questa responsabilità, e le prime canzoni le cantai inghiottendo lacrimmoni che copiosi e inarrestabili mi solcavano il viso.

Ieri sera, dopo essermi rassegnato (casua prezzi €sosi) a rinunciare, grazie ad una serie di fortunosissime circostanze (e grazie anche alla Tim), eravamo seduti in tribuna allo Stadio Olimpico, per il concerto dei Rolling Stones.
Un altro sogno diventato realtà.

To be continued

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