lunedì 26 ottobre 2009

Un paese normale

In un paese normale, nel mio ideale di paese normale, pagare per avere del sesso, per quanto a me risulti inconcepibile e oltremodo triste, non sarebbe, di per se, un reato.
Mi sembra perfino sciocco precisare che se la prostituzione non è volontaria, ma imposta, (con o senza violenza fisica), se a prostituirsi (in questo caso a prescindere dalla volontarietà) non sono adulti consenzienti, insomma in qualsiasi caso in cui ci sia un reato che accompagna la professione più antica del mondo, il mio castello di normalità, crolla.
Le abitudini sessuali di ogni persona, con i distinguo di cui sopra, attengono alla sfera privata, un pò come le abitudini alimentari, di ogni singola persona.
In un paese normale, nel mio ideale di paese normale, le singole persone vengono considerate non in base a dove, come e con chi fanno sesso, ma piuttosto per la loro capacità di essere coerenti e, soprattutto (= conseguentemente), sinceri. Sempre, e comunque. Senza se, senza ma.
Insomma, la mia ricetta per un paese normale dovrebbe seguire due semplici regole, di quelle che si imparano all'asilo, al più tardi alla scuola elementare.
I diritti di ognuno, finiscono dove iniziano quelli dell'altro.
Le bugie, non vanno mai dette.
Queste due semplici regole, dovrebbero valere per tutti. A maggior ragione per chi ricopre, all'interno della società, ruoli che possono influenzare altre persone, come i "personaggi famosi" che impazzano nei media.
Ancora di più per chi, proprio per il ruolo che ricopre, oltre ad essere "famoso", ha anche l'onere e l'onore di amministrare la cosa pubblica.
Nel mio ideale paese "normale", puoi essere Presidente del Consiglio e andare a puttane, puoi essere Governatore di una Regione e andare a trans, la cosa non mi interessa.
Nel mio paese "normale", però, quando ti presenti agli elettori, quando presenti il tuo programma agli elettori, sarebbe bello che dicessi: "Abbasserò le tasse, ma non chiedetemi di punire la prostituzione, perchè a me piace andare a puttane"o anche, "Miglioreremo la sanità pubblica, ma mi batterò per dare dignità e pari diritti agli omosessuali, perchè lo sono anche io".
Nel mio paese "normale", non tutti possono avere il coraggio di Nichi Vendola, ma tutti dovrebbero essere responsabili delle proprie azioni, e se non disdegnano di andare fuori dai binari in privato, non demonizzano, in pubblico, gli altri che lo fanno.
Nel mio paese "normale", se la coerenza non la si può chiedere a tutti, si può pretendere che, una volta beccati con le mani nel sacco, quel sacco lo si vuoti, tutto, subito, e non si raccontino balle.
Nel mio paese "normale", si reagisce, tutti, allo stesso modo quando si ripetono episodi simili, se non identici. Ci si indigna sempre con lo stesso furore, quando c'è da indignarsi.
Nel mio paese "normale", se a dire balle è Berlusconi e Gasparri sostiene che non c'è alcun motivo per cui si dimetta, quando a raccontare balle sarà Marrazzo, Gasparri dovrà avere il coraggio (la spudoratezza!) di difenderlo con la stessa passione.
Nel mio paese "normale", un amministratore della cosa pubblica, non deve essere in nessun modo ricattabile, da nessuno, e per nessun motivo.
Nel mio paese "normale", Marrazzo e Berlusconi, che hanno raccontato balle con la stessa, identica, mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini italiani, devono chiedere scusa, e farsi da parte.




http://marcomedaglia.blogspot.com/2009/10/un-paese-normale.html

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