giovedì 30 ottobre 2008

Fascisti!

I bravi maestri, creano sempre bravi discepoli.
Questa è la loro ricetta, la loro idea di democrazia.
Grazie, grazie di cuore a tutte quelle teste di minchia che hanno creduto in Berlusconi, nel suo "ottimismo" e ci hanno condannato a questo fascimo mascherato (e anche mascarato), mascherato come le spranghe ricoperte dal tricolore che, ieri, centinaia di poliziotti hanno "finto" di non vedere.
Adesso godiamoci questo governo delle meraviglie, che salva le banche e taglia la ricerca, che ragala l'ICI a chi la casa ce l'ha ma non aiuta chi una casa non può neanche permettaersela, che non vuole vendere i debiti dell'Alitalia ad Air France ma li distribuisce agli italiani, che licenzia migliaia di insegnanti ma pensa già di dare nuovi conributi alle scuole private.
Siamo senza speranza?...forse i caschi blu dell'ONU...ma è probabile che li blocchino al Brennero, perchè extracomunitari.



Cossiga: “Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito…”

Giornalista: “Gli universitari, invece?”

Cossiga: “Lasciarli fare. Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città“.

Giornalista: “Dopo di che?”

Cossiga: “Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri”.

Giornalista: “Nel senso che…”

Cossiga: “Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano“.

Giornalista: “Anche i docenti?”

Cossiga: “Soprattutto i docenti”.

Giornalista: “Presidente, il suo è un paradosso, no?”

Cossiga: “Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!”

Giornalista: “E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? In Italia torna il fascismo, direbbero”.

Cossiga: “Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio”.

Giornalista: “Quale incendio?”

Cossiga: “Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma è ancora vivo sto idiota?

Giustizia divina, agisci!!!!!

Unknown ha detto...

Corrado diceva "e non finisce qui", lasciando presagire altri scoppiettanti colpi di scena.
Forse la gente si è davvera rotta le balle? Forse con il Decretaglio Gelmini si è scosso qualcuno? Forse anche i giovani scoprono che il governo non è solo una cosa di cui parlano al telegiornale?
Lo spero.

E a proposito di Cossiga...s'erba mala non mori mai - come direbbero nella sua e mia terra.
Però un dubbio amletico mi assale...ma dopo Ciampi, hanno eletto qualcun altro alla Presidenza della Repubblica?