lunedì 3 dicembre 2007

Paese mio...

PETILIA POLICASTRO (CROTONE) - Una vendetta spietata ed attuata con estrema professionalita' criminale. Luigi e Francesco Comberiati, di 24 e 29 anni, figli del capocosca di Petilia Vincenzo Comberiati, detenuto da alcuni anni, non hanno avuto scampo ieri sera quando sono stati presi di mira da due persone armate di pistole. La ricostruzione del duplice omicidio è ancora al vaglio dei carabinieri. Ciò che è certo è che Francesco Comberiati è stato ucciso mentre era al posto di guida del suo fuoristrada, parcheggiato in una via del centro di Petilia Policastro, nei pressi di un bar. Luigi Comberiati, invece, si trovava su un'altra auto, ferma accanto a quella del fratello. Il giovane ha avuto il tempo di scendere dalla vettura e tentare la fuga. Ha percorso una cinquantina di metri, inseguito da uno dei due assassini, ha scavalcato una ringhiera ed è riuscito a raggiungere un ristorante, tentando di rifugiarsi nel locale cucina. Il killer, però, non gli ha dato scampo: lo ha raggiunto ed ucciso con alcuni colpi alla testa, incurante di alcuni clienti che stavano cenando e dei dipendenti del ristorante che si trovavano nella sala pranzo e nella cucina. L'assassino si è poi dato alla fuga raggiungendo il complice, insieme al quale si è allontanato a bordo di un'automobile. Un agguato di 'ndrangheta in piena regola, riferiscono gli investigatori, e preparato con la massima cura sulla base della conoscenza delle abitudini e delle frequentazioni delle due vittime designate. Nessun dubbio, secondo i carabinieri, sulla matrice mafiosa dell'agguato. Un'ipotesi verosimile è che il duplice omicidio rappresenti una vendetta indiretta contro il padre delle due vittime. Vincenzo Comberiati, che è detenuto da alcuni anni, è un personaggio di spicco della 'ndrangheta del Crotonese, dominatore incontrastato, almeno fino ad oggi, delle attivita' illecite a Petilia Policastro. Di recente a Vincenzo Comberiati erano stati sequestrati beni mobili ed immobili per alcune centinaia di migliaia di euro, tra cui alcune villette in Sila, nella zona di Cotronei. Con l'assassinio dei due figli il dominio di Vincenzo Comberiati nella zona di Petilia subisce un colpo determinante, con la messa in discussione degli equilibri sui quali si erano retti finora i rapporti tra i gruppi criminali della zona. (fonte http://www.ansa.it/)

5 commenti:

quentin ha detto...

beh credo ci sia poco da commentare..

Pietro72 ha detto...

E' incredibile come ancora oggi possano succedere queste cose....

Marco ha detto...

@Quentin: e no, caro Quentin, ci sarebbe parecchio da commentare, il fatto è che sono stanco di commentare che non cambia nulla. E' una storia trita e ritrita e questo drammatico episodio rappresenterà l'anticamera di un bruttissimo periodo

Marco ha detto...

@Pietro: davvero lo trovi così poco credibile? A me sembra, invece, che sia assolutamente normale, così normale che questa notizia, come tutte le notizie riguardanti la malavita, è passata subito nel dimenticatoio, mentre Vespa rompe ancora i coglioni imbastendo inutili programmi ad analizzare la psiche della Franzoni. La mafia (in generale) si nutre di questa indifferenza, la mafia è l'unica beneficiaria di questo diffuso sentimento di normalità associato a episodi di questo genere e di straordinarietà associato ai drammi della cronaca nera. Non molti anni fa, un illustre esponente di centrodestra, allora al governo, sostenne che con la mafia si doveva imparare a convivere. Forse stanno tutti seguendo quell'indicazione.

Anonimo ha detto...

Petilia è un esempio di una "tranquilla" convivenza con la mafia...
...paese mio ti lascio e vado via...
Karl