venerdì 28 settembre 2007

Libero, libero come un uomo

Stamattina mi sono svegliato con in testa questa canzone di Gaber.
Libertà non è osservare da lontano, non è stare immobili, non è il proprio orticello, la libertà, la vera libertà, è prendere in mano la propria vita, renderla viva e utile, per se stessi e per gli altri.

La libertà, è partecipazione.

La libertà che il popolo birmano non ha più da ormai 40 anni, nell'assoluta indifferenza degli esportatori di democrazia che, forse, a differenza che in altre occasioni, preferiscono lo status quo. Probabilmente non avrei il coraggio che hanno dimostrato i monaci buddisti e le migliaia di cittadini birmani di manifestare, pacificamente e senza il minimo accenno di violenza (nonostante la completa esasperazione per anni di sofferenze), contro una dittatura che ha ridotto la Birmania (dalla dittatura ribattezzata Myanmar) alla fame, sfidando la vigliaccheria e la cattiveria di soldati che non hanno esitato a sparare tra la folla, uccidendo chissà quante persone.
Con questo post, vorrei partecipare alla catena di solidarietà nei confronti del popolo birmano, solidarietà che dal web si sposterà anche nelle strade, con un sit-in organizzato da Amnesty davanti l'ambasciata birmana.

Ma la libertà, in modi e forme diverse, ma proprio per questo ancora più subdole, è minacciata anche vicino a casa nostra, oggi ancora più vicino a casa mia.
La libertà di un PM di compiere il proprio mestiere e tentare di compierlo al meglio (sarà questa, la colpa?), la libertà di compiere indagini senza doversi preoccupare se l'indagine toccherà uomini politici.
Se fossi giù in Calabria, oggi di sicuro parteciperei la mia solidarietà al PM De Magistris, manifesterei perchè non gli sia negata la libertà di lavorare, magari anche di sbagliare.


Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l'uomo convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.

Non smettiamo mai, nemmeno per un attimo, di pensare.

5 commenti:

ladymachbet ha detto...

Fino a quando ci saranno uomini capaci di pensera e di protestare ci sarà libertà.

Indosso già la maglia rossa.

Anonimo ha detto...

Ecco Marco, forse la canzone di Gaber può essere rappresentativa del mio tesseramento a Rifondazione. Libertà non è restare immobili a guardare...libertà è partecipazione.
Ora mi capisci? :-)
Ho messo la maglia rossa quest'oggi. L'avete fatto anche voi?

Ti cito sul mio blog. Mi piacciono molto le cose che hai scritto :-)

Marco ha detto...

Io il rosso lo porto sempre con me, dentro.
Nico, libertà è partecipazione, non necessariamente tesseramento.
Si può partecipare e darsi da fare anche senza essere iscritti ad un partito, comunque iscriversi ad un partito è, sicuramente, un modo di partecipare.
E con questo non voglio certo dire che sia sbagliato fare la tessera di un partito (e meno che mai se il partito è Rifondazione!), io, personalmente, non l'ho mai ritenuto opportuno, e la cosa non mi ha mai impedito di partecipare o mi ha reso difficile rendermi utile.
E grazie, per la citazione e per l'apprezzamento.

micaMAtta ha detto...

Anch’io l’altro giorno ho messo qualcosa di rosso. Un amico mi ha subito fatto notare che “tanto a cosa vuoi che serva”? Se ragionassimo tutti così, nessuno lotterebbe più per niente. Mentre, per fortuna, esistono ancora persone che “si battono” per libertà e giustizia e non mi stuferò mai di dirlo, che fanno la differenza. “Libertà è partecipazione”, per cui anche un gesto, seppur piccolo può aiutare, quantomeno a non dimenticare.
micaMAtta

Marco ha detto...

@micaMAtta: se ognuno di noi facesse un semplice piccolo gesto (foss'anche portare indosso un qualcosa di rosso), il piccolo gesto si trasformerebbe in una grande manifestazione.