domenica 1 luglio 2007

Metti una sera...

...di prima estate. Una bella serata fresca, dopo una settimana di temperature africane.
Poi prendi il cassero di una fortezza medicea, costruita nel bel mezzo delle colline senesi, circondata da vigneti e poderi che rivivono come agriturimi e B&B, immersi in un verde che rilassa anche solo a contemplarlo.
Piazzaci in mezzo un bel palco, chiama un artista che sappia accordarsi con questa scenografia naturale, senza turbarne l'equilbrio e spera che la luna faccia il resto.
Ecco, è questo quello che devono aver pensato quando hanno pianificato gli spettacoli per l'estate 2007 a Poggibonsi
.
Certo, non potevano prevedere che, per tutta la serata, un vento indisponente avrebbe imperversato agitando il
simbolo del Sulu Tour, che, minacciosamente, incombeva alle spalle di Mario.
Ma il resto, tutto il resto, era perfetto.
E così, ecoci di nuovo on the road, io e Silvia, per l'ennesimo concerto di Mario, altri chilometri macinati in giro per l'Italia, a vedere posti che mai avremmo immaginato di voler visitare (Poggibonsi, per esempio, ma anche Cerreto d' Esi o Frosinone!), ma anche trovando un'ottima scusa per trascorrere un week end fuori, e sprofondare nella tranquillità di una piscina con vista sullo
skyline più bello d'Italia.
Come al solito, non vogliamo perderci il soundcheck, anche perchè è l'unico modo per scambiare quattro chiacchiere con Mario, e così, di buon'ora, raggiungiamo il
Cassero.
Il posto, effettivamente, è stupendo, c'è una vista meravigliosa, se non fosse per un rudere che si staglia cadente dietro il palco, in bella mostra, visto che a causa del vento, hanno deciso di non mettere il solito panno nero alle spalle di Mario. Qualche minuto di attesa, passato a scherzare con i ragazzi del service e ad arrufianarci gli organizzatori dell'evento (sforzi premiati con la primissima fila riservata, a dispetto degli sponsor, relegati dietro di noi!), e arriva Mario.
Da lontano ci vede, ci riconosce (quasi) subito, gli esce un "ohhh" a metà tra la sorpresa e la rassegnazione (però, era più gratificante quando si sorprendeva di trovarci in luoghi inconsueti e lontani dalle nostre solite rotte) e si dirige verso di noi. Gli andiamo incontro.
Sembra rilassato, tranquillo, invece è in trance post pennichella. Anche lui vittima del microclima delle colline senesi, ci racconta di aver preso la stanza in un agriturismo (che i più feticisti/e/y poitranno ammirare nella prima foto), di essersi affacciato dalla finestra, aver goduto della vista per qualche secondo e poi, richiusa la finestra, di essere sprofondato
nel sonno che solo i giusti sanno assaporare. Gli chiedo com'è stato ritornare a suonare dopo questa breve pausa, ci dice che non se ne è ancora reso conto, tant'è che, salito sul palco per provare, ci scherza su, chiedendosi/ci chi sia, come si chiami e cosa ci faccia su quel palco. Il soundcheck fila via liscio, come non eravamo poi tanto abituati e come ci ha abituati in questo Sulu Tour. C'è anche il tempo per un siparietto con Ermanno.
Pensando di fare cosa utile e gradita, hanno implementato la strumentazione sul palco con una sorta di pedale da grancassa, riposto sotto lo sgabello, cosi che, nei pezzi in cui Mario si aiuta con il piede per tenere il tempo, il suono sia più forte e, soprattutto, costante, e non diverso a seconda della suola o del palco.
La cosa gli provoca non pochi disagi e io lo prendo in giro dicendogli che gli manca solo l'armonica, e lui completa la frase rispondendomi "...così poi sembro Bennato!".
Finito il soundcheck, calato anche il sole, molto più prosaicamente, cominciamo a pensare a come/dove/quando cenare, nel frattempo è arrivata anche la diligazione di PdF e così decidiamo di andare a mangiare qualcosa
insieme. Spazzolato lo spazzolabile (e anche qualcosa in più!), ritorniamo in postazione, un pò di attesa, e Mario ritorna sul palco. Tira vento, e noi che indossiamo la collezione estate piena, ne paghiamo le conseguenze, a niente servono i faretti a pochi centimetri da noi: fa freddo! Se ne accorge anche Mario, che chiede se si può chiudere la porta che fa corrente. Una parte del pubblico (gli invitati d'onore!) bisbiglia rumorosamente, in continuazione, in maniera indisponente. Mario interrompe Echi d'infinito, chiedendo (e questa volta sono d'accordo con lui!) un pò di silenzio. Riprende, la conclude in un silenzio assordante e chiede scusa (lui!) per aver rimproverato il pubblico, giustificandosi col fatto che, se non c'è silenzio, non si possono sentire gli echi d'infinito! Il rudere, alle spalle di Mario, non si vede, il granchietto (o qualsiasi cosa esso sia o rappresenti) ha smesso di ondeggiare, la luna campeggia protettiva sul palco e il pubblico (numeroso) è completamente rapito da Mario e dalla sua musica.
Gli applausi si sprecano e il repertorio più famoso è cantato in coro un pò da tutti. Mario è piacione, oltre al copione, scambia quattro parole con il pubblico, rimproverando chi, investito dal fascio di luce dei faretti, si nasconde: anche lui vuole vedere in faccia noi!
Il bis è chiesto a gran voce e la fine del concerto è accompagnata da una standing ovation. Il camerino non è dietro il palco, ma nella fortezza, a diverse decine di metri dal palco, così la consueta posa degli autografi diventa un comico inseguimento, con Mario combattuto tra la necessità di prendere meno freddo possibile e la voglia di non deludere chi voleva stringergli la mano o ricevere un autografo.

E anche questo concerto è andato.




Edit: non capisco perchè non si riesce ad aprire il link alla foto qui sopra. Per rimediare, eccovi il link diretto.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

... alla faccia della piscina con vista sullo skyline... proprio bello!

:-) laura

Anonimo ha detto...

Mi piace un sacco l'ultima foto...bella, bella, bella!

Marco ha detto...

@Laura:si, si, proprio bello!

Marco ha detto...

@Rino: non so perchè non si apre il link clikkandoci sopra! Comunque, se ti piace così tanto, te la mando.

Anonimo ha detto...

miiiiiiiiiiiiii.rosico.miiiiiii. può bastare per adesso.
bella la foto da dietro. ;)

Pietro72 ha detto...

Ma bravooooooo, vieni dalle mie parti, o quasi, e non dici niente!!! Quando ti ricapita contattami, passiamo un week-end insieme! Belle le foto.... la mi scusi maestro, ma cone macchina sono state scattate, e, soprattutto, se sono state scattate con una reflex, quale obiettivo hai usato... Un abbraccio e baci a Silvia.

Marco ha detto...

@Ghianda: pensa quante rosicate ci siamo fatti noi "continentali" quando l'80% dei concerti di Mario erano in Sicilia!
Come dicono a Roma, a chi tocca nun se 'ngrugna!

Marco ha detto...

@Pietro: hai ragione. Hai perfettamente ragione! Probabilmente non sareste riusciti a raggiungerci (era un giorno feriale), ma io dovevo chiamarvi. Hai ragione.
Le foto, le ho fatte con una Nikon D40, è una reflex e l'obiettivo è un 18-55 mm.

Pietro72 ha detto...

Anche io ho quell'obiettivo, ma adesso vorrei farmi un 75-300. Che ne pensi professore?? Io ho una Canon Eos D400. Ma soprattutto, quandop ci vediamo?????

Marco ha detto...

@Pietro: la smetti di prendermi per il culo? Comunque, è un bell'obiettivo, immagino che tu (megalomane quale sei) prenderai l'USM, vero? Anche io sto meditando di prendere un tele, ma vorrei prenderlo originale Nikon, e per il momento non posso spendere soldi. Vediamo se trovo qualche occasione. E comunque, falla completa, e prenditi anche un normale, magari questo.

Anonimo ha detto...

ebbravi. d.

Marco ha detto...

@Dario: eggrazie!