lunedì 9 giugno 2008

1982-2008

Riflettevo ieri sera, guardando Germania-Polonia, che, con questo, sono 26 anni di manifestazioni calcistiche che seguo, considerando un evento ogni due anni (tra mondiali ed europei, ovviamente, e tralasciando qualche edizione della Coppa d'Africa e Coppa America), siamo a quota 14.
Mi sono passate davanti centinaia di immagini, di serate passate a mangiare e bere con la scusa delle partite, sfilate, lacrime, abbracci, gioie e dolori, quasi sempre anestetizzati dall'alcol.
Tutto ebbe inizio nel (lontano) 1982, il primo mondiale che io ricordi con l'Italia di zoffgentilecabrini che vince e Pertini che sbeffeggia il cancelliere tedesco Schmidt.
Agli europei dell'84 "noi" non c'eravamo, ma c'era il mio idolo di sempre, che quegli europei li ha vinti (quasi) da solo.
Quella è stata l'ultima volta che la Francia m'è stata simpatica.
Poi ci fu il mondiale in Messico, con una delle peggiori nazionali italiane di sempre, ma tanto quelli erano i mondiali di Maradona (e dei miei esami di III media).
Non ce n'era per nessuno.
L'88 ci furono, invece, gli europei in Germania (strane le coincidenze, neh? In Germania proprio nell'88!), un nuovo CT e un nuovo gruppo, promosso quasi in blocco dall'Under 21.
Troppo inesperti, ma arrivarono comunque alla semifinale di un torneo che verrà ricordato soprattutto per qule magnifico gol di Van Basten.
Il '90 fu l'anno delle notti magiche, di Totò Schillaci, del gol di Baggio contro la Cecoslovacchia e delle infinite cene a casa di Karl (cominciavamo a mangiare prima che iniziasse la partita, per evitare di distrarci, puntualmente stavamo ancora mangiando al fischio finale!).
Mai come quell'anno meritavamo di vincere noi, ma l'unico gol preso ci costò la finale.
Ma fu comunque un gran divertimento.
Quelli furono pure gli ultimi mondiali da liceale.
Il 92 agli europei in Svezia non c'andammo proprio, e ho ancora impresso nella memoria il palo di Rizzitelli a Mosca!
In quei giorni, per me, c'era il primo esame all'università: Ragioneria Generale I.
Il '94 ci fu il (fallito) tentativo di esportare il calcio negli USA, l'Italia di Sacchi arrivò in finale grazie soprattutto a Baggio, il cui errore in finale ci costò una vittoria che comunque non meritavamo.
Quelli, per me, furono i mondiali della terrazza in Via Zacchia.
Il '96 cominciò il "tormentone Del Piero", ma quell'anno, più che di Zola-Baggio-Del Piero, mi preoccupavo per Rolle-Cauchy-Lagrange: uno dei 18 più belli della mia (lunga) carriera universitaria.
Nel '98 cominciò la sfida infinita con la Francia e l'immagine, anzi, il "suono" di quei mondiali resterà il "boing" del pallone calciato da Di Biagio che colpisce la traversa e quel testa di cazzo di Barthez che festeggia come se avesse parato lui.
Il 2000 fu l'anno di Toldo e dei rigori parati. Quell'Italia-Olanda resta una delle partite più belle che abbia mai vissuto, anche per il cucchiaio di quell'incosciente di Totti.
Il consiglio di Enzo (che non seguimmo!) di festeggiare dopo la semifinale, che mica si sapeva se la finale l'avremmo vinta!
Poi ancora quegli odiosi francesi e la regola più antisportiva che sia mai stata concepita.
Nel 2002 ai mondiali di Corea&Giappone una delle nazionali potenzialmente più belle e forti si scontra contro l'arbitro più inetto e disonesto della storia del calcio: Byron Moreno, possin'ammazzallo!
Gli europei del 2004 faccio quasi fatica a ricordarli, mi vengono in mente lo sputo di Totti, l'ennesima polemica sulla convocazione di Del Piero e le lacrime di Cassano.
Però che vinsero i cugini greci, quello si che me lo ricordo: mia razza, mia fazza!
E finalmente il mondiali del 2006, che ho vissuto a metà, visto che il gruppo storico con cui avevo guardato tutte le partite importanti del precedente ventennio si era completamente, e per diversi motivi, sfaldato e sparpagliato per la penisola.
Giusto per la finale siamo riusciti a ricostituirlo, sebbene in parte e con assenze importanti e non sempre giustificate.
I mondiali in Germania per me resteranno per sempre i mondiali del 2-0 contro la Germania.
E oggi si riparte, di nuovo col tormentone Del Piero, che ad ogni manifestazione riesce a trovare qualcuno con cui contendersi un posto, senza Totti ma con Cassano, orfani di Cannavaro ma consapevoli (mai come questa volta) di essere i più forti.
Una volta tanto sembra che non dobbiamo avere paura di nessuno, se non di noi stessi.
Oggi si ricomincia, e io sono ancora orfano del "mio" gruppo.
Forza Ale!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Una volta tanto sembra che non dobbiamo avere paura di nessuno, se non di noi stessi

...ecco, come non detto...

Marco ha detto...

@Ghianda:...CVD!