Dopo mignotte, droga e trans, siccome non ci facciamo (anzi, non ci fanno!) mancare nulla, ma proprio nulla, la politica italiana, i politici italiani, si giocano il carico: concorso esterno in associazione camorristica!
Questa volta non si parla di esponenti locali, ma di un sottosegretario (all'Economia, per giunta!), Nicola Cosentino, che, stando a quanto dicono diversi (6) pentiti, sarebbe (stato?) il referente politico istituzionale del clan dei Casalesi.
Tutto da verificare, ovviamente, e, come per chiunque altro, finchè non si accerti la veridicità delle dichiarazioni dei pentiti, anche per l'On. Cosentino, vale la presunzione d'innocenza.Questa volta non si parla di esponenti locali, ma di un sottosegretario (all'Economia, per giunta!), Nicola Cosentino, che, stando a quanto dicono diversi (6) pentiti, sarebbe (stato?) il referente politico istituzionale del clan dei Casalesi.
Non ci piove.
Certo, qualcosa sotto ci deve essere, visto che da molto si "chiacchiera" di questo politico, la cui cognata è sorella del boss Peppe 'o padrin, e che, prima ancora di entrare in Parlamento era già stato "segnalato" da Peter Gomez in un articolo su L'Espresso e del quale Saviano parla già da tempo (tra l'altro, Saviano si chiede come sia possibile che Casal di Principe, paese di 20mila abitanti, esprima 3 parlamentari!).
Tutte "presunzioni", ovviamente, nulla di (ancora) provato e solo chi, come me, viene da una realtà di un piccolo paese con un alto tasso di criminalità, sa come sia facile trovare parentele scomode o, magari, come sia possibile farsi fotografare con persone poco raccomandabili ad un matrimonio.
Ma è pur vero che, solo chi vive o ha vissuto realtà del genere, sa che, di contro, è molto facile anche trovarle, le parentele e le affinità scomode.
Detto questo, mi ripeto, Cosentino, fino a prova contraria, resta innocente, e immagino che avrà più fortuna di qualcuno e, qualora venisse effettivamente arrestato, non subirà alcun pestaggio ma, magari, sarà gentilmente pregato di accomodarsi in una delle sue ville.
Ma questa è (purtroppo) un'altra storia (tutta italiana).
In comune con tutti gli altri indiziati di reato, Coesntino però, avrà il desolante spettacolo dei molti amici che si allontanano, o si dissociano, per prudenza, codardia o opportunismo.
Molti. Ma non tutti.
La levata di scudi interna al PdL, infatti, è stata importante.
Probabilmente dovuta al fatto che Cosentino era il prescelto di Papi alla guida della Regione Campania, e quindi il dietro front non può essere immediato nè circondato dal silenzio: farebbe troppo rumore.
E così, si immolano i soliti noti.
Per Ghedini, le accuse sono incredibili ed inconsistenti, Cosentino è uomo di passione e onesto e, colpendo lui, come al solito, si vuole colpire il Santo Papi, impedendo ad un uomo virtuoso di guidare la Regione Campania.
Per Capezzone stiamo assistendo all'ennesima puntata della trama ordita dalla magistratura rossa, che lotta per far tornare i comunisti al potere (che poi, a capezzò, se sei davvero convinto che sia così, ti devi parare il culo e aprire la strada per un ritorno da questa parte, sennò che dovrai fare "dopo"? Mica vorrai andare a lavorare?!).
Ma la vera perla l'ha partorita Rotondi.
Nel manifestare la sua cristiana vicinanza (evidentemente l'On. conosce le tradizioni delle altre religioni, e sa che ci sono modi diversi di manifestare vicinanza, a seconda del Dio che si prega), ha avvicinato la vicende dell'onorabilie sottosegretario, a quella dell'ancora più onorabile Andreotti, dicendosi sicuro che anche in questo caso la vicenda si cocluderà nel modo più soddisfacente per la giustizia.
Strano, visto che, nel caso Andreotti, la sentenza di appello sancì che il Divo Giulio, fino al 1980, aveva commesso il reato di partecipazione in associazione per delinquere ma che, per una manciata di mesi, il reato fu prescritto!
A questo punto, i dubbi sull'effettiva colpevolezza dell'On. Cosentino, aumentato.
E si, perchè se un personaggio così di punta della maggioranza, come Ghedini, si schiera così clamorosamente dalla sua parte, o è estremamente certo della sua innocenza, tanto da rischiare la faccia (...che poi, per quel che rischia...), oppure è proprio fesso.
Delle due, una.
http://marcomedaglia.blogspot.com/2009/11/innocenti-presuntuosi.html
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