C'è il cinema di Hollywood, quello che muove milioni di dollari. C'è il cinema d'autore, quello che deve piacere per forza, sennò vuol dire che non capisci un cazzo. C'è il cinema di fantascienza, quello dagli effetti speciali stupefacenti. C'è il cinema che racconta di tragedie e drammi, quello che fa piangere.
E poi, c'è un cinema, sincero, onesto, direi artigianale.
Quel cinema che, una volta uscito dalla sala, non ti deve far sentire necessariamente più ricco, o più consapevole, o più incazzato, ma deve semplicemente lasciarti la sensazione di aver trascorso un pò del tuo tempo in maniera piacevole.
Questo è il cinema in cui io colloco i film di Ficarra e Picone, questo è il cinema de "La Matassa".
Mai volgari o eccessivi, come quella che, purtroppo, spacciano per la nuova commedia italiana!
Non una sfilza di sketch uno appresso all'altro, come ci hanno abituato certi cabarettisti prestati al cinema.
Ma una storia, appunto, semplice ma ben raccontata, dove i due protagonisti si muovono (con agilità) circondati da attori veri (fra tutti, un generosissimo Tuccio Musumeci), e non macchiette e controfigure.
Tutti gli elementi del meridione (la famiglia, la chiesa, la mafia, l'amicizia) sono riportati con ironia, senza ricamarci su caricature esagerate, ma con grande astuzia "terrona" (leggendaria la scena dei "pizzini"), e se pensate che il mafioso "scemo" sia una caricatura...è solo perchè non siete terroni!
Anche gli elementi più squisitamente tecnici, quelli che "certa" commedia italiana (ma non solo quella dei cinepanettoni!) ci ha disabituato ad apprezzare, sono curati in maniera egregia, tanto da farsi apprezzare per una doviziosa cura dei particolari, come le foto appese al muro in perfetto stile anni '80 (colori "senape" e flash di polaroid sparati in faccia) e, soprattutto, la chicca della bottiglia di vetro di Fanta, quella arancione.
Da vedere, non fosse altro per "premiarli", con la speranza che questo tipo di commedia, la vera commedia italiana, anche quella dei grandi duetti della storia del cinema italiano, torni e soppianti questa commediucola da quattro soldi e molte tette.
8+
3 commenti:
Dopo queste Tue parole cercherò di vedere il film, nonostante le mie visite al cinema siano sempre più inusuali.
Karl
non gli avrei dato un soldo bucato a questi due.. tuttavia,letta ed apprezzata la tua convincente recensione, mi sono decisa ad andarci.. ti faccio sapere!
cinzia
ma dove hanno preso i due bimbi?
sono uguali a loro!
ho visto una "raggiante" Catania (e pure Paternò)
sono riusciti a girare una scena nella metropolitana...
in un'intervista hanno raccontato che tanti si sono meravigliati: "come avete fatto a trovarla?!?" "allora esiste!!"
la metro a Catania ha solo due fermate, per una lunghezza di km 3,8.
che ridere
wis
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