martedì 2 marzo 2010

Le regole.

Questo post ha due premesse, obbligatorie.
Una di metodo, e una di merito (sperando si dica così!).
La prima, è che tutto quello che sto per scrivere, automaticamente, decadrà nel caso in cui venisse accertato che è stato commesso un reato, e che cioè sia stato realmente impedito fisicamente, come sostengono alcuni, al rappresentante del PdL di consegnare le liste, e non, come sostengono altri (tra cui il diretto interessato), che lo stesso si sia attardato ad addentare un panino, si presume, con la porchetta.
La seconda premessa, è una richiesta di fiducia. Nei miei confronti. Se questa cosa fosse successa 'dalle mie parti', il mio pensiero non sarebbe cambiato di una virgola (tanto più che, se la lista Pannella-Bonino in Lombardia, ha effettivamente consegnato del materiale incompleto, credo sia giusto che resti fuori!).
Fatte le premesse, d'obbligo, posso procedere.
All'indomani (o forse il giorno stesso?) del rigetto da parte della Corte d'Appello del ricorso presentato dal PdL, Roma è stata tappezzata da manifesti. Due, per la precisione. In uno veniamo avvisati la che non vogliono farci votare, e nell'altro che vogliono cancellare la democrazia. In entrambi, veniamo inviati, personalmente, singolarmente, a farci sentire.
Incisivi, non c'è che dire. Di impatto, indubbiamente.
Ma, come tutti i manifesti politici, hanno il difetto di rivolgersi solo la pancia dell'elettore, e non al suo cervello (ammesso che l'elettore medio ne abbia ancora uno!).
Innanzitutto, CHI, non vuole farmi votare, e CHI, vuole cancellare la democrazia?
Sono la stessa persona, o due diverse persone?
Un pò come le catene di Sant'Antonio su Internet: si parte da presupposti vaghi, solo per scatenare una reazione.
Ovviamente, la pancia dell'elettore di centro destra, a seconda della propria moderazione, individuerà questo fantomatico despota, di volta in volta, nei comunisti, in Di Pietro, nei magistrati talebani, nella Bonino, nel Presidente della Repubblica, o, perchè no?, in Santoro&Travaglio!
Tutto questo non fa altro che alimentare, ancora di più, e come se ce ne fosse bisogno, il clima di odio che pervade la politica italiana da 16 anni a questa parte.
Ma davvero la democrazia verrà cancellata, se davvero la lista del PdL non verrà ammessa alla tornata elettorale?
La democrazia, l'essenza fondamentale della Democrazia, non è il rispetto delle regole? Quel circolo virtuoso grazie al quale i diritti di ognuno, finiscono dove iniziano i diritti dell'altro? Quel sistema in cui diritti e doveri si alternano, si confondono?
Bene, e allora se 'le regole' prevedono che per presentare una lista, ci sia bisogno di un tot di firme da consegnare in un determinato posto, alla determinata ora, ad un determinato funzionario, e se la mia lista, per motivi (RIPETO!) che non sono conseguenza di un illecito commesso da altri, non rispetta una, o tutte, le regole di cui sopra, perchè dovrei lamentare una mancanza di democrazia?
Le regole le sapevo sin dall'inizio, non mi sono state cambiate in corsa.
Bastava rispettarle, e la democrazia avrebbe funzionato benissimo, non avrebbe rischiato di morire.
A fare da cornice ai manifesti, ci sono le dichiarazioni dei politici.
E devo dire la verità, a parte i proclami battaglieri che, immagino, facciano nei comizi e negli incontri con i propri sostenitori, le dichiarazioni pubbliche, fanno trapelare un certo imbarazzo, più che astio, rabbia nei confronti delle proprie mancanze, piuttosto che fango da buttare addosso al 'nemico'.
Anche se la loro strategia di difesa, sempre secondo il mio modesto parere, si basa, anche questa, su una 'falsità strumentale'.
Sostengono, infatti, che non sarebbe 'giusto' che il partito più importante, quello che parte accreditato di più consensi, venga escluso.
Sarebbe un crimine, sostengono, nei confronti dell'elettorato del PdL.
Sarò stupido (o magari semplicemente comunista), ma non riesco a vedere il nesso.
Un pò come se da domani, all'Inter, in virtù della conclamata superiorità rispetto alle altre squadre, fosse concesso di non rispettare le regole, magari consentendole di arrivare in campo 5 minuti prima degli avversari, e cominciare a giocare da soli.
O come se la Nutella, siccome è senza dubbio la più buona in assoluto, venisse venduta anche alla posta, o in banca, in barba alle regole della concorrenza.
O come se Vasco Rossi, siccome è il rocker italiano per antonomasia, impedisse a chiunque di fare concerti il giorno in cui si esibisce lui.
O come se Berlusconi, siccome è il politico più amato, si facesse le leggi su misura.
Sarebbe assurdo!



http://marcomedaglia.blogspot.com/2010/03/le-regole.html

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